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Non voglio andare a scuola!

Giacomo ha tre anni appena compiuti e ha iniziato da qualche mese la scuola dell’infanzia. Dopo il primo mese in cui andava a scuola volentieri, ha cominciato a lamentarsi ogni mattina perché non vuole fare colazione, non vuole vestirsi, non vuole uscire. In altre parole: non vuole andare a scuola. La mamma, preoccupata, ha chiesto alle insegnanti se fosse successo un evento particolare che potesse spiegare questo cambiamento. Le insegnanti hanno riferito alla mamma che Giacomo a scuola preferisce stare da solo e mostra difficoltà ad inserirsi nel nuovo gruppo di bambini.

Spesso ricerca la figura dell’adulto, chiede di essere preso in braccio ed è piuttosto silenzioso. Aggiungono che gli altri compagni, a differenza di Giacomo, dopo un primo momento di ambientamento stanno iniziando a conoscersi e ad interagire, manifestando fiducia e sicurezza nel gruppo.

Accade spesso che nelle situazioni nuove o di grandi cambiamenti alcuni bambini incontrino delle difficoltà nell’instaurare fin da subito legami di fiducia con adulti (non è il caso di Giacomo) o altri bambini, quindi nel creare una socializzazione positiva nel gruppo.

Questa difficoltà comporta, nella maggior parte dei casi, un desiderio di evitamento della situazione, come nel caso di Giacomo che non vuole andare a scuola.

Come possiamo aiutare Giacomo a favorire esperienze positive che gli diano sicurezza nel nuovo ambiente e nella relazione con i coetanei?

  • Creando un’alleanza con le figure educative, cercando di condividere obiettivi e traguardi al fine di un ambientamento quanto più sereno;
  • Anche se per Giacomo andare a scuola è un’esperienza faticosa perché significa per lui affrontare le sue difficoltà, cerchiamo di non cedere alle sue richieste di non andarci. In questo modo gli trasmetteremo la nostra fiducia nei suoi confronti nel far fronte alle difficoltà che le esperienze della vita possono mettergli di fronte;
  • Cerchiamo di rimandargli un’immagine positiva di lui, dei piccoli traguardi quotidiani, così da infondergli sicurezza nelle sue potenzialità;
  • Se ci troviamo in una situazione nuova, come può essere un parco o una festa con altri bambini e Giacomo preferirà stare vicino ai genitori, non forziamolo assolutamente ad andare a socializzare, non faremmo altro che rimandargli la sua inadeguatezza nell’affrontare la situazione. Diciamogli piuttosto che se ha piacere possiamo accompagnarlo dagli altri bambini e che se invece preferisce aspettarenon c’è assolutamente nessun problema. Quando avrà osservato a sufficienza la situazione e si sentirà a suo agio sarà lui ad andare, e quando lo farà sarà sicuramente il primo ad essere soddisfatto dei suoi progressi!

Per i bambini come Giacomo, avere la possibilità di poter giocare in un piccolo gruppo psicomotorio con altri 4 o 5 bambini e con un professionista che funge da mediatore fra lui e il gruppo è senz’altro un’occasione per migliorare la propria autostima, facendo esperienze di socializzazione positiva.